Grazie a Intercultura (leggete qui cosa è Intercultura e come opera sul nostro territorio) Costanza Inostroza, studentessa cilena 18enne è stata ospitata a Mercenasco ed ha partecipato a partire da giugno 2021 a due programmi di sensibilizzazione contro la discriminazione di genere della Casa delle Donne di Ivrea.

Costanza è arrivata in Italia tramite il progetto Intercultura da gennaio fino al 27 novembre di quest’anno, si è inserita nel tessuto locale, ospite della famiglia Longo a Mercenasco ed ha frequentato l’ISS Cena di Ivrea per quasi un anno.
La ragazza ha vissuto la protesta cilena in prima persona portando un pezzetto della sua esperienza in Canavese.
Il suo Paese è stato scosso tra il 2019 ed il 2020 da una serie di manifestazioni nella capitale Santiago, iniziate contro l’aumento del costo del biglietto della metropolitana e sfociate,più in generale contro la corruzione del Paese, la lotta per la parità di genere e la cessazione dei femminicidi.
“Questo movimento è sfociato nelle elezioni di maggio 2021 e nella decisione di formare l’Assemblea Costituente, composta da cittadini e cittadine, in modo paritario e guidata da una donna mapuche, Elisa Lancon. L’obiettivo della Costituente è riscrivere la costituzione ferma al 1980, all’epoca della dittatura di Augusto Pinochet, il macellaio di Santiago.”
Ora è stata rinforzata la speranza che le cose possano davvero cambiare con l’elezione di Gabriel Boric alla guida del paese che sul palco della vittoria (ottenuta con il 56% dei voi contro il 44% dei voti del candidato di estrema destra Jose Antonio Kast ) ha salutato il paese promettendo “Giustizia sociale , democrazia , impegno verso i diritti delle donne, e lotta alle diseguaglianze socio economiche e le differenze tra indigeni e non indigeni “
Qui potete leggere un sunto dell’articolo “La speranza che viene dal Cile” di Ece Temelkuren (estratto dell’articolo originale pubblicato su Internazionale 1442 ).

“Costanza già nel suo Paese aveva dimostrato interesse alle tematiche del mondo femminile, ed ha accolto con entusiasmo la proposta di un coinvolgimento con la Casa delle Donne di Ivrea” spiega Gloria Defilippi, responsabile del progetto per la sede di Ivrea e del Canavese e presidente di Intercultura a livello locale.
“Da giugno a luglio ha partecipato ad una serie di incontri formativi gestiti da Melissa Reggiannini, una psicologa volontaria della casa che ha presentato le nostre attività, ed in particolare come funziona la procedure di ricevimento di una donna che si rivolge ai nostri sportelli di Ivrea e Cuorgnè e come si gestisce un colloquio attraverso l’ascolto attivo” dice Letizia Carluccio Lesca, la presidente dell’ Associazione.
“Fino alla chiusura della nostra sede di Via Dora Baltea, Costanza e le altre due studentesse del Gramsci, sotto la mia supervisione, hanno progettato una proposta formativa per le scuole medie e superiori da presentare ai presidi del Liceo Gramsci e dell’ISS Cena sul tema degli stereotipi di genere e della capacità di ascolto e di gestione della diversità di opinioni”.
Di seguito gli obiettivi di sintesi del progetto sviluppato con la Casa:
- Sensibilizzare sul tema delle possibili cause della violenza di genere : due I temi scelti
- Stereotipi e pregiudizi derivanti
- Comunicazione efficace e gestione dei conflitti legati alle differenze di opinione
- Creare interesse sul tema e partecipazione attiva da parte degli studenti coinvolti
- Informazione sui servizi e sulle attività delle Associazione Donne contro la Discriminazione
In 5 incontri 3 in presenza e 2 a distanza si sono confrontate su come attenere ascolto e partecipazione da parte degli studenti, quali esercitazioni fare e come riassumere quanto emerso nel confronto dell’aula. Hanno imparato ad organizzare le informazioni e a presentarle in modo semplice e chiaro.
Purtroppo non si è riusciti a trovare un accordo su tempi e metodi con i due istituti e quindi il materiale prodotto resterà come spunto per il prossimo anno scolastico
“Sono sicura che la sua esperienza potrà essere di stimolo per tutte le giovani donne , che devono capire che possono non solo essere parte attiva di un processo di cambiamento sociale e culturale, ma addirittura possono essere la mossa primaria ..come sta appunto succedendo in CILE.”