Vi proponiamo una sintetica  carrellata di notizie per capire cosa succede fuori dai confini del nostro piccolo, grande universo e vi invitiamo a scrivere alla nostra mail segreteria@casadonneivrea.it per darci una vostra opinione o meglio ad incontrarci per parlarne insieme presso la nostra nuova sede di Piazza Mascagni 11 ad Ivrea, una volta che il nostro trasloco  li sarà definitivo …speriamo entro metà ottobre 2022 !!

LA SCOZIA È IL PRIMO PAESE AL MONDO A FORNIRE GRATIS GLI ASSORBENTI

Da lunedì 15 agosto è entrata in vigore la legge che consente a chiunque ne abbia bisogno di ottenere gratis prodotti per il ciclo mestruale, un provvedimento che il parlamento scozzese aveva già approvato nel novembre del 2020.

Gli assorbenti possono essere chiesti nelle farmacie, nei centri di aggregazione sociale, nei centri giovanili e anche nelle scuole e nelle università, dove erano comunque già offerti gratuitamente da diverso tempo.

A oggi come detto la Scozia è l’unico Paese ad avere reso gratuiti gli assorbenti, mentre altri si sono mossi quantomeno per abbassare l’Iva o per eliminarla del tutto. Canada e Regno Unito fanno parte dei primi, Germania, Francia e Spagna hanno rispettivamente l’Iva al 7, 5,5 e 4%. In Italia invece è al 10%, e questo soltanto da poco, grazie all’ultima legge di bilancio, che ha ridotto l’Iva sui prodotti mestruali dal 22% – il massimo – al 10% appunto.

LA POLEMICA SULL’ABORTO NELLE MARCHE

Sul diritto all’aborto si combattono le campagne elettorali. Avviene negli Stati Uniti, dove il dibattito è ripartito fortissimo dopo la sentenza della Corte Suprema (a maggioranza repubblicana), che a giugno ha annullato il diritto costituzionale all’aborto negli Usa: ora i singoli Stati sono liberi di applicare le proprie leggi in materia e, va da sé, di negare l’accesso alla procedura.

Cosa succede in Italia?? Prendiamo l’esempio delle marche di cui molto si è parlato recentemente e di medici obiettori, quelli cioè che si rifiutano di praticarlo: come fatto notare più volte da molte associazioni che si battono per i diritti delle donne, in molte regioni italiane il tasso di obiezione di coscienza è molto alto, e nelle Marche è del 70%, più alto della media nazionale del 64,6%. Inoltre alla Regione Marche si contesta di non seguire le direttive del ministero della Salute, vietando di praticare l’aborto farmacologico con la pillola Ru 486 nei consultori e limitandone l’uso alle prime 7 settimane di gravidanza. L’Italia ha aggiornato le linee di indirizzo sulla Ru 486 nel 2020, prevedendo l’annullamento dell’obbligo di ricovero in ospedale, l’estensione della prescrizione del farmaco a nove settimane di età gestazionale e la possibilità di somministrazione in consultorio o in ambulatorio. Linee guida che le Marche non hanno recepito.

A KABUL LE DONNE SFIDANO I TALEBANI E APRONO UNA BIBLIOTECA

Kabul, la capitale dell’Afghanistan riconquistata poco più di un anno fa dai talebani, un gruppo di donne ha deciso di sfidare i talebani e aprire una biblioteca: un modo per combattere il regime che da mesi ormai continua a erodere i loro diritti, impedendo l’accesso all’istruzione, ai luoghi di lavoro e in generale alla vita pubblica.

Nella biblioteca sono disponibili oltre 1.000 tra romanzi e saggi, quasi tutti donati da insegnanti, poeti e autori alla Crystal Bayat Foundation, un’organizzazione afghana per i diritti delle donne che ha contribuito alla creazione della biblioteca.

«Con l’apertura di questa biblioteca, vogliamo mostrare la resistenza delle donne ai gruppi che sono contro le donne – ha aggiunto Laila Baseem, attivista e una delle fondatrici della biblioteca delle donne – contro la presenza delle donne e contro le attività delle donne, che se chiudono i cancelli delle scuole, se impongono restrizioni educative o se ignorano una generazione, devono sapere che le donne afghane sono donne che si sono alfabetizzate, conoscono se stesse e hanno la capacità di definirsi nella società».

IN RUSSIA VIETATA LA DIFFUSIONE DI “LIBRI LGBTQIA+”

La Roskomnadzor, l’autorità per le comunicazioni della Russia, ha chiesto all’Unione Russa del Libro di fermare la distribuzione di testi che, secondo l’ente che si occupa di censura, promuoverebbero “relazioni sessuali non tradizionali”.

A riportarlo è la testata online indipendente Meduza, una notizia che conferma la crescente erosione dei diritti della comunità LGBTQIA+ nel Paese. Si moltiplicano intanto le manifestazioni organizzate proprio per difendere questi diritti, la cui minaccia principale è da anni ormai la legge che punisce ufficialmente la promozione tra i minori di quelle che vengono definite “relazioni sessuali non tradizionali”. Una legge bocciata dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, perché discriminatoria e lesiva del diritto alla libertà d’espressione.

LE ELEZIONI E IL VOTO DELLE PERSONE TRANSGENDER

In vista delle elezioni del 25 settembre torna d’attualità la questione del voto per le persone transgender e non binarie, che in molti casi rinunceranno ad andare a votare – e a esercitare, così, un diritto costituzionale – per evitare di essere sottoposte a un coming out forzato.

Questo perché in Italia una legge del 1967 stabilisce che le liste elettorali siano suddivise per genere, e spesso nei seggi le file sono separate per uomini e donne. Il che significa una discriminazione che non tiene conto dell’identità di genere della persona che esercita il diritto di voto, ma soltanto di quanto può essere scritto su documenti che in molti casi non sono ancora stati rettificati.

Proprio in vista del voto, dunque, il Gruppo Trans di Bologna ha rilanciato la campagna “io sono io, voto”, diffusa nel 2017, che chiede al ministero degli Interni e alla presidenza del Consiglio dei ministri di cambiare le procedure di voto «per l’ottenimento di seggi elettorali accessibili, inclusivi e rispettosi per le identità Trans*».


Ci fermiamo qui riportando una frase profetica di Simone De Beauvoir intorno al 1950!!!

“Non dimentichiate mai che  è sufficiente una crisi politica, economica o religiosa per mettere in discussione i diritti delle donne “

E noi donne, cui è riconosciuta l’arte della cura, dobbiamo provvedere ad accudire  con attenzione  i  diritti civili e sociali da non molto conquistati.

  • Il diritto al lavoro e alla maternità  assieme alla richiesta della parità salariale.
  • Il diritto alla autodeterminazione nel ricorso alla interruzione di gravidanza.
  • Il mantenimento delle quote rosa contro le discriminazioni di genere.
  • La sicurezza rispetto ogni forma di violenza fisica e  psicologica all’interno delle mura domestiche
  • La tutela pronta e vigile delle scelte di libertà e delle eventuali denunce di limitazione persecutorie.
  • Il bando delle molestie sessuali anche verbali.