Michela Murgia ha cambiato con il suo esempio, il nostro modo di percepire la malattia e la morte, in una società, la nostra, avanzata tecnologicamente ma povera di valori, ideali e di spirito. Il suo monito è stato: fate quello che volete davvero fare perché il tempo non è mai abbastanza.

Michela ha reso pubblica la sua malattia per mostrare e difendere la dignità. Diceva: «Il tuo valore non si esaurisce in quanto vieni pagato» così la malattia non ti fa smettere di essere quello che sei. Anzi: la prospettiva della fine intensifica la possibilità di reinventare la vita. Perché l’ha reso pubblico? Per non sentirsi sola e non far stare soli chi vive nella stessa condizione.

Così ha dichiarato, il 6 maggio 2023:“Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Meglio accettare che quello che mi sta succedendo faccia parte di me”.

Prima di ammalarsi, ha lasciato il segno scrivendo diversi romanzi e libri di denuncia contro la violenza di genere oltre che a favore dei diretti della comunità LGBTQ+ e Queer, dell’aborto e dell’eutanasia. 

Lo scorso maggio alla presentazione del libro TRE CIOTOLE, al salone del libro di Torino Michela aveva detto che stava vivendo un momento di grande libertà. “Non ho più limiti” ed aveva aggiunto sorridendo. ”Tanto che fanno …mi licenziano??” e aveva consigliato ai presenti “Non aspettate di avere il cancro per fare la stessa cosa”.Il suo ultimo gesto simbolico è stato sposare il 15 luglio 2023 l’attore e regista Lorenzo Terenzi. Un atto di denuncia delle carenze legislative italiane sulle coppie di fatto. 

Da call center a scrittrice 

Michela è nata a Cabras, il 3 giugno 1972. È stata una scrittrice e attivista femminista italiana, tra le tante altre “vite” e attività che ha svolto. Prima di diventare scrittrice, ha insegnato religione nelle scuole, è stata venditrice di multiproprietà, operatrice fiscale, dirigente amministrativa in una centrale termoelettrica e portiera notturna.

Poi, dal 2007, la svolta: “Ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici” scrive in un post Facebook del 2019.  Nel suo primo libro, Il mondo deve sapere, ha raccontato la realtà della Kirby Company portando alla luce lo sfruttamento economico e psicologico a cui sono sottoposti gli impiegati, spesso precari, dei call center.

“Per me “ ha detto Michela Murgia in un intervista “scrivere e fare politica è la stessa cosa. Cominciare è stato un gesto di reazione: ho lavorato in una centrale termoelettrica, ho fatto il portiere di notte, ho insegnato a scuola ed ho venduto aspirapolveri in un call center. Ti dicono che è flessibilità, diventi un saltimbanco del precariato. Scadeva un contratto e loro battevano, compromessi, umiliazioni e ricatti. Allora ho cominciato a scrivere come gesto di ribellione, un gesto politico. Se non puoi fare niente, allora dillo . Poi sono stata fortunata, certo. Ho trovato chi ha letto ed ho potuto scrivere ancora.”

Il successo letterario

Nel 2008 pubblica Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede e l’anno dopo il romanzo che l’ha consacrata come scrittrice a tutti gli effetti: L’Accabadora, opera pluripermiata al Premio Campiello, Mondello e il Dessì. 

Il romanzo le ha consentito di uscire dall’anonimato in maniera definitiva e di ritagliarsi un posto (meritato) tra gli intellettuali, scrittori e attivisti per i diritti sociali del nostro tempo. Per una visione completa delle sue opere, vi consigliamo di leggere:

Tutte le vite di Michela Murgia, scrittrice, intellettuale, attivista

Attivista femminista

Nel 2013 ha pubblicato per Laterza il pamphlet contro il femminicidio scritto a quattro mani con Loredana Lipperini e intitolato L’ho uccisa perché l’amavo: falso! Da qui, possiamo far partire l’attivismo femminista di Michela Murgia che poggia le sue radici nella sua militanza nella sinistra italiana 

Nel 2019, con Chiara Tagliaferri, ha dato alle stampe la raccolta di racconti biografici Morgana, storie di ragazze che tua madre non approverebbe, tratto dall’omonimo podcast della piattaforma Storie Libere che le due autrici realizzano insieme dal 2018. 

Tra il 2021 e il 2022, fa uscire sul suo profilo Instagram una “rassegna sessista”, di titoli dei giornali in cui le donne vengono svilite e de-professionalizzante come “la madre di/la moglie di”, oppure puri oggetti del desiderio maschile, o ancora appellate solo col nome e non con il cognome e/o titolo professionale. 

Michela era credente e in God seve the Queer , libro del 2022, si chiedeva se fosse possibile essere femministe all’interno della Chiesa Romana patriarcale , anche il suo saggio Ave Mary era incentrato sul ruolo delle donne nella Chiesa.

Michela Murgia è stata politica, di sinistra e cristiana in un paese senza politica, senza sinistra e assai poco cristiano. Lo è stata attraverso le sue parole e le sue azioni.  Era una paladina dell’accoglienza, a favore di chi è diverso, contro ogni discriminazione,  con una  idea di famiglia ibrida: un patto sociale tra persone che sceglievano di vivere insieme. Michela ha saputo lottare e lottare significa avere sempre nuovi orizzonti di felicità. 

E lei sceglieva di prendere parte, perché il silenzio dinanzi all’orrore l’avrebbe resa infelice. Sapeva perfettamente che prima o poi avrebbe pagato un prezzo. Lo sapeva. Ma scegliere di battersi per i diritti, di smontare le menzogne, di parteggiare per percorsi politici giusti, era l’unico modo per sentirsi in asse con sé stessa. Il percorso di Michela è sempre andato nella direzione della libertà, di tutti, anche e soprattutto di chi viveva e pensava diversamente da lei, perché i diritti moltiplicano le libertà.

Il suo motto era “NON MOLLARE” ed è anche il nostro. Ci mancherà. Mancheranno i suoi appunti alle brutte pieghe della nostra società. Rileggerli sarà benefico, ma dovremo essere conseguenti per onorare il suo ricordo e provare a migliorare come singoli e comunità.

Buon viaggio, cara Michela! 

Photo credits:https://www.exibart.com/progetti-e-iniziative/mantova-festivaletteratura-2023-amicizia-con-michela-murgia/